Nel 2024, la riforma fiscale introduce un cambiamento significativo per i contribuenti con redditi medi-alti: una nuova decurtazione sull’ammontare delle detrazioni fiscali legate a determinati oneri. Il riferimento normativo è il Decreto Legislativo n. 216/2023, che introduce un taglio fisso di 260 euro per chi ha un reddito complessivo superiore ai 50.000 euro.
Questo intervento si somma alla progressiva riduzione già esistente per i redditi oltre i 120.000 euro, rendendo ancora più penalizzante il trattamento fiscale per le fasce alte.
La nuova decurtazione da 260 euro: chi è interessato
La riduzione si applica esclusivamente per l’anno d’imposta 2024 e riguarda principalmente le detrazioni al 19%, fatta eccezione per alcune spese. Tra le categorie interessate:
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Spese detraibili al 19%, con l’eccezione delle spese sanitarie;
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Donazioni a favore dei partiti politici;
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Premi assicurativi contro eventi calamitosi.
L’importo viene sottratto dopo l’eventuale rimodulazione prevista per i redditi sopra i 120.000 euro. Chi rientra in entrambe le soglie si troverà quindi a subire un doppio taglio.
Detrazioni ridotte anche oltre i 120.000 euro: la norma già in vigore
Già a partire dal 2020, con la Legge di Bilancio n. 160/2019, è stata introdotta una graduale riduzione delle detrazioni per chi supera i 120.000 euro di reddito, fino ad annullarsi completamente a 240.000 euro. Questa misura rimane operativa anche nel 2024, e si aggiunge al nuovo meccanismo di decurtazione fissa.
Restano invece escluse da entrambe le penalizzazioni alcune spese particolari, tra cui:
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Interessi sui mutui per l’abitazione principale;
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Spese sanitarie;
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Interessi su finanziamenti agricoli.
Come si determina il reddito ai fini della riduzione
Per capire se si rientra nella soglia dei 50.000 euro, bisogna calcolare il reddito complessivo al netto della prima casa e delle sue pertinenze. Tuttavia, devono essere inclusi nel calcolo anche:
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I canoni percepiti con regime di cedolare secca;
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Le mance (tassate con imposta sostitutiva) percepite in ambito turistico e alberghiero;
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L’eventuale quota residua dell’agevolazione ACE (valida fino alla sua abrogazione);
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I redditi da lavoro autonomo con regime forfetario.
Caso pratico: quanto si perde con la nuova riduzione
Immaginiamo un contribuente con un reddito complessivo di 75.000 euro che nel 2024 ha speso 2.300 euro in tasse universitarie. In condizioni normali, la detrazione sarebbe:
€ 2.300 x 19% = € 437
Tuttavia, superando i 50.000 euro di reddito, scatta la nuova riduzione:
€ 437 – € 260 = € 177
Il risultato è una riduzione significativa del beneficio fiscale ottenibile, a dimostrazione di quanto le nuove norme incidano concretamente sulle tasche di molti contribuenti.